In ogni oggetto, rappresentazione e opera d'arte, il motore principale che muove la mano dell'artista è quello che nel Romanticismo era considerato un genio interiore. Dai poeti del Delce Stil Novo, era rappresentato dalle donne angeliche, mentre nell'antica Grecia prendeva la forma di una musa: l'Ispirazione.
È molto difficile definire un concetto astratto come l'ispirazione; come un colore, può essere solo sentito, visto, interiorizzato. L'ispirazione, come molte sensazioni ad essa legate, è mutevole, capricciosa, e si nutre dell'esperienza e dell'attualità: è estremamente difficile da simulare, sarebbe come tentare di cambiare il proprio umore in modo arbitrario e diventare felici in un momento di grande tristezza.
Così, l'ispirazione non ha un passato o un futuro sicuro: in quanto emozione unica e irripetibile, nessuno può trovarla; bisogna accettare l'inevitabile fugacità ed essere grati per il tempo che si è potuto reclamare. Un artista all'inizio del suo lavoro è spinto dall'impulso, dall'ardore artistico: conservare e soffiare la scintilla dell'ispirazione che gli è stata concessa dalla sua Musa.
Naturalmente l'ispirazione non basta a creare un artista, deve essere compensata e potenziata da una buona preparazione tecnica e dalle capacità naturali di creare la propria arte. Ciò che rende un vero artista è la capacità di codificare in qualcosa di concreto il suo senso: rendere fisico il metafisico, materiale il puro spirito, sia che parli con l'olio su una tela, con i versi in rima o con la seta drappeggiata sopra il corpo.
Agli occhi allenati di un esteta, un'opera d'arte apparirà più o meno bella per alcuni fattori e regole statiche, stilistiche. Ma ciò che vi farà innamorare sarà la potenza del sentimento che emana dall'interno dell'opera stessa. Questo inizio della lunga strada per iniziare la sua carriera artistica, che inizia in un spirituale e arrivare a materializzare attraverso ciò che rende concreto il mistico, quasi divino.
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